LA CAREGA DEL DIAVOLO
Quèlla che sto per raccontarvi è una storia che si è tra.: mandata a lungo nei secoli. Se, visto il titolo, state già canticchiando Aggiungi un posto a tavola, siete sulla cattiva strada. La strada giusta è quella che porta da Calaone a Valle San Giorgio, sui Colli Euganei, dove si può tutt'oggi vedere uno strano macigno di trachite simile a una sedia noto con lo spaventoso nome di "Carega del Diavolo". Per i forestieri in ascolto forse è il caso di specificare che in questa bizzarra lingua che è il padovano "carega" significa, appunto, "sedia".
Ma più che una sedia, questo masso si dice fosse un vero e proprio trono del diavolo, che ospitava un demone diverso ogni cento anni. Il demone di turno se la spassava assumendo aspetti diversi e abbagliando i malcapitati viandanti con un balenio di luce, che i vecchi del luogo chiamavano "stringheta", per poi impadronirsi delle loro galline.
Un giorno, un giovane contadino che tornava verso casa, passò nelle vicinanze del masso quando il suo sguardo fu catturato dalla stringheta. Incuriosito da quel bagliore, l'uomo si avvicinò alla carega e trovò una giovane e bellissima donna semisvenuta tra l'erba. Una volta ripresasi, la donna disse di essere stata derubata e abbandonata dalla .' scorta che il geloso e brutale marito le aveva assegnato per
compiere un viaggio.
I! contadino volle riaccompagnarla al suo castello ma la donna era troppo affaticata per terminare il percorso, così decisero di passare la notte in una capanna lungo il cammino. Quella notte il giovane non riuscì a chiudere occhio, con una tale bellezza che dormiva innocente a pochi passi da lui. Il pensiero della moglie e dei figli non bastò a trattenerlo dalla tentazione, ma quando si avvicinò alla sua preda si accorse che la ragazza era scomparsa. Tuttavia, la sua anima era perduta: anima e cuore erano ormai preda del demonio.
Poco più in là, in località Salarola, frazione di Calaone, sorgeva il monastero benedettino femminile di Santa Margherita, oggi in rovina. Qui, nel 1220, si rifugiò la (non ancora) beata Beatrice d'Este, e in suo onore il monastero venne poi ribattezzato "Rocca della Pietà". Una monaca sprezzante del pericolo, andando a prendere l'acqua alla fontana, venne avvicinata da un cavaliere bruno che le confuse la vista con un bagliore e la fece cadere nella fontana, dove annegò.
Dal monastero corsero subito in suo soccorso due consorelle, che -avendo probabilmente seguito il medesimo corso di nuoto -annegarono anch'esse. Ma non disperate, ché il fine è lieto: sembra infatti che servissero proprio tre anime pure per liberare la Carega del Diavolo dal maleficio.
La fontana, libera da ogni fantasma maligno, prese il nome "delle Muneghe" (ovvero, "delle monache") ed è
oggi visibile in una valletta raggiungibile percorrendo un breve sentiero. Essendo in Veneto, s'è giustamente pensato di onorare questa leggenda dando a un cabernet questo nome. Insomma, il messaggio che voglio lasciarvi è uno: che voi decidiate di mantenere vivo il ricordo di questi avvenimenti recandovi sul posto o brindando con un bicchiere di vino, l'importante è che non affoghiate.
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